Equilibrio elettrolitico: Determinante per lo sport

Sodio e potassio elementi alla base dell’ equilibrio elettrolitico

 

Nell’uomo, l’acqua contenuta nel corpo rappresenta, secondo la proporzione di tessuto adiposo, dal 50 al 70% del peso corporeo. Il mantenimento del contenuto idrico e di quello di elettroliti, che ne è il corollario, è estremamente importante, in quanto l’acqua nel corpo svolge numerose funzioni:

Rappresenta un elemento costitutivo delle macromolecole;

Serve come solvente per le sostanze a basso peso molecolare;

Svolge un ruolo importante nella termoregolazione (specialmente nella formazione del sudore);

È necessaria per la maggior parte delle reazioni enzimatiche.

Un aumento della perdita di acqua e di elettroliti va di pari passo con una serie di fattori fisici e psichici che riducono le prestazioni:

Diminuzione del volume plasmatico con peggioramento della termoregolazione;

Incremento, non economico, della frequenza cardiaca con conseguente diminuzione del volume di scarica sistolica;

Aumento più rapido della temperatura corporea;

Sensazione di stanchezza con tendenza a interrompere il carico di lavoro.

Per un atleta il mantenimento dell’ equilibrio elettrolitico, attraverso un sufficiente apporto di acqua ed elettroliti, è utile non solo per conservare la sua capacità di lavoro durante il carico, ma anche per abbreviare il tempo di ristabilimento dopo di esso.

L’apporto di liquidi senza elettroliti è sbagliato quanto quello di elettroliti senz’acqua.

Nel primo caso, i reni eliminano rapidamente l’acqua in quanto, senza elettroliti, non può essere trattenuta nel corpo; la reidratazione con bevande povere di sodio, in casi estremi, può addirittura determinare una intossicazione da acqua: infatti in caso di sudorazione elevata e prolungata la concentrazione di sodio nel sangue si riduce a causa delle perdite minerali col sudore ed inoltre tende a diminuire anche il volume plasmatico a causa delle perdite idriche; in tali situazioni, la carenza del minerale nella bevanda fa sì che il sodio plasmatico venga ulteriormente diluito.

Nel secondo caso, si produce un’escrezione degli elettroliti superflui, comportante un’ulteriore perdita d’acqua non prevista.

 

IL BILANCIO DEI MINERALI

Le sostanze minerali (le principali sono sodio, potassio, cloruri, calcio, magnesio, fosforo e ferro), sono sostanze elementari che partecipano, in misura diversa, alla costituzione dei tessuti e alle funzioni dell’apparato locomotore attivo.

Ne consegue che le perdite prodotte dall’attività sportiva debbono essere accuratamente compensate se non si vuole incorrere in un’alterazione dell’ equilibrio elettrolitico, mettendo a rischio la capacità funzionale e di lavoro dell’organismo.

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SODIO, CLORURO E POTASSIO

Il sodio e i cloruri si trovano soprattutto all’esterno delle cellule, ovvero nei fluidi corporei (sangue, liquido interstiziale), mentre il potassio è per lo più contenuto in esse. Le differenze di concentrazioni intra ed extracellulari di questi minerali sono importantissime per l’eccitabilità della cellula muscolare. Se la loro perdita aumenta, a causa di carichi sportivi intensivi e di lunga durata, si possono produrre alterazioni della capacità di contrazione muscolare, con conseguenze che vanno dall’indebolimento muscolare fino ai crampi, e, come abbiamo già avuto modo di vedere, squilibri nel bilancio di acqua e di elettroliti. Per questa ragione, nella pratica dell’allenamento è importante fare attenzione alla perdita di cloruro di sodio provocata dal sudore.

[pullquote align=”full” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=””]Con 1 litro di sudore si perdono circa 2-3 grammi di cloruro di sodio.[/pullquote]

Negli atleti che presentano perdite notevoli di sudore, quindi, il fabbisogno di cloruro di sodio è notevolmente più elevato che nei soggetti non allenati.

Il potassio è importante non soltanto per la contrazione muscolare, ma è necessario anche come fattore coadiuvante l’attività di numerosi enzimi: è comprensibile, quindi, che la perdita di potassio, provocata da elevati carichi sportivi, contribuisca a diminuire la capacità di prestazione sportiva e per questa ragione occorre dedicare un’attenzione adeguata alla sua reintegrazione.

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Il MAGNESIO

Il magnesio influisce notevolmente sulla capacità di prestazione fisica in quanto, dopo il potassio, è il più importante dei materiali intracellulari e svolge la funzione di coenzima o fattore coadiuvante in circa duecento-cinquanta enzimi. Come attivatore di diversi sistemi enzimatici partecipa in modo decisivo al metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei grassi ed inoltre è estremamente importante nella trasmissione dell’impulso nervoso a livello della giunzione neuro-muscolare, che determina l’eccitazione della fibra muscolare e quindi la sua contrazione. In carichi di resistenza di lunga durata e ripetuti, senza un’adeguata fase di recupero, si può produrre una diminuzione del tasso di magnesio ematico e quindi un peggioramento della capacità di prestazione che tra l’altro è accompagnata da crampi della muscolatura posteriore della gamba e dall’incremento di dolori muscolari.

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IL FERRO

Il ferro non è coinvolto soltanto nei processi respiratori e nella formazione di enzimi, ma anche nella trasformazione del sangue. Se il livello del ferro si abbassa per l’aumento dei carichi fisici si riduce l’ematopoiesi, con un decremento della capacità di lavoro fisico. Di ciò occorre tenere particolarmente conto nei giovani atleti che, a causa dei processi di crescita, hanno un maggior fabbisogno di ferro. L’atleta ha un bisogno di ferro doppio o triplo rispetto a un non atleta. Di questo se ne deve tenere conto, ricorrendo, non tanto a preparati contenti ferro, ma soprattutto a una dieta adeguata.

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