
24 Mar Visita medico sportiva: Uno screening salva vita
Praticare attività sportiva è il modo migliore per mantenersi in forma ed è alla base di uno stile di vita sano ed equilibrato.
Tuttavia non bisogna dimenticare che durante uno sforzo fisico il nostro organismo viene sottoposto ad un notevole stress che agisce in varia misura su ogni apparato ed in modo particolare sugli apparati cardiocircolatorio e respiratorio: proprio per questo motivo quando si decide di intraprendere un’attività sportiva è fondamentale effettuare i dovuti controlli medici.
Questo vale non solo per gli agonisti, ma per chiunque decida di iniziare a praticare attività sportiva e a qualsiasi livello: è fondamentale assicurarsi che il corpo sia in condizioni fisiche idonee per sopportare senza rischi un determinato carico di lavoro, che può incidere con intensità variabile in relazione alla preparazione e alle condizioni fisiche individuali.
In tale contesto la visita di idoneità allo sport deve essere considerata a tutti gli effetti uno strumento di tipo preventivo: un chek-up salva vita per tutti coloro che desiderano iniziare in sicurezza una qualsiasi attività fisico-motoria, in grado di fornire un’immagine dello stato di salute e di individuare anche patologie silenti che, non tollerando sforzi intensi, potrebbero sfociare in patologie invalidanti o anche in morte improvvisa.
IL CUORE PARLA: L’ECG
L’elettrocardiogramma (ECG) è la riproduzione grafica dell’attività elettrica del cuore durante il suo funzionamento, registrata dalla superficie del corpo attraverso l’applicazione di appositi elettrodi.
L’importanza di questo esame risiede nel fatto che il cuore può essere soggetto a patologie di diversa origine che, seppur presenti, non si rendono manifeste attraverso sintomi se non in determinate circostanze, come ad esempio in seguito ad uno sforzo, per cui il soggetto portatore non sa di esserne affetto.
Questo esame può essere effettuato in diverse condizioni:
- E.C.G a riposo
- E.C.G durante lo sforzo
- E.C.G dopo sforzo
Ognuna delle quali è in grado di rilevare determinate problematiche.
L’E.C.G a riposo fornisce una fotografia della funzionalità cardiaca in condizioni basali, senza che il cuore sia sottoposto a stress.
È uno strumento utile ma non sufficiente in quanto non rileva eventuali patologie latenti e non è in grado di determinare i limiti oltre i quali il singolo paziente non deve spingersi.
L’E.C.G sotto sforzo e dopo sforzo viene effettuato in condizioni tali da porre l’apparato cardiocircolatorio sotto stress: in caso di malattie cardiache silenti queste possono rendersi manifeste e permettere quindi un intervento precoce al problema.
L’E.C.G sotto sforzo, a differenza di quello effettuato dopo sforzo, permette di valutare la riserva coronarica ponendosi, in quest’ottica, come un importante strumento per la valutazione di patologie ischemiche.
Si ritiene che l’E.C.G durante sforzo possa essere preferibile all’elettrocardiogramma dopo sforzo; in realtà esistono problemi di ordine prettamente medico che, di fatto, ne limitano la portata preventiva:
- in molti casi, il test non viene spinto al massimo, per disagi palesati dal soggetto che non riesce a pedalare oltre certi livelli per problemi non cardiaci (per esempio muscolari, respiratori ecc.). Nei sedentari, circa il 45% dei soggetti quarantenni è in questa condizione e la percentuale aumenta con l’età
- In ogni caso, il 20% circa delle risposte in sedentari è costituito da falsi negativi, motivo per cui, in caso di dubbio, si ricorre a esami più complessi come la scintigrafia miocardica da sforzo.
- Viceversa l’attività aerobica aumenta la riserva coronarica; per cui, in caso di sportivi, l’allenamento può mascherare una sensibile diminuzione dovuta ad occlusione.
- In presenza di un ottimo stile di vita, l’ECG durante sforzo non dà quindi molte indicazioni ulteriori rispetto a quello a riposo e a quello dopo sforzo.
- Diverso è il caso di soggetti in cui lo stile di vita non è buono (per esempio fumatori o soggetti in sovrappeso), dove l’ECG durante sforzo deve essere caldamente consigliato.
Al termine della visita, in caso di fondati sospetti clinici, il medico dello sport può richiedere gli accertamenti integrativi che ritiene necessari per chiarire i dubbi diagnostici (come, ad esempio, l’ecocardiogramma, il test da sforzo massimale, l’ECG dinamico delle 24 ore, l’Holter pressorio delle 24 ore, gli esami ematochimici, ulteriori visite specialistiche, ecc.).
Ne consegue che l’esecuzione della visita medico sportiva non deve essere appannaggio esclusivo degli atleti ma anche e soprattutto di coloro che si affacciano per la prima volta all’attività fisica, di qualsiasi età essi siano, e che pertanto non sono del tutto consapevoli del proprio stato di salute.
Erroneamente si ritiene che la morte di origine cardiaca sia un evento imprevedibile e che pertanto non possa essere prevenuto anche sottoponendosi ad un opportuno chek-up: l’effettuazione della visita, soprattutto se eseguita regolarmente ed annualmente, permette di rilevare l’instaurarsi di malattie che, qualora vadano ad interessare l’apparato cardiovascolare, possono sfociare anche nella cosiddetta “morte improvvisa”, ovvero rilevare patologie congenite che ancora non si siano rese manifeste a livello sintomatico, e che come tali possono presentarsi senza preavviso anche in atleti e sportivi di giovane età.
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